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Federico Aldrovandi - attendendo la verità

Inviato: 15 gen 2006 00:28
da EvolutionCrazy
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb. ... erico.html
Ferrara, 2/1/2006

Scrivo la storia di quel che è successo a Federico, mio figlio.

Non scriverò tutto di lui, non si può raccontare una vita, anche se di soli 18 anni appena compiuti.

È morto il 25 settembre, il giorno di natale sono stati tre mesi…

Ho sempre pensato che sopravvivere ad un figlio fosse un dolore insostenibile. Ora mi rendo conto che in realtà non si sopravvive. Non lo dico in senso figurato. È proprio così. Una parte di me non ha più respiro. Non ha più luce, futuro…

Perché il respiro, la luce e il futuro sono stati tolti a lui.

Sabato 24 settembre è stato un giorno sereno, allegro…

Dopo la scuola il pranzo insieme, chiacchiere, risate. Era ancora estate, faceva caldo. Ha portato a spasso il suo amico cane. Non lo faceva spesso, ma quel giorno è andato con la musica in cuffia. Tutto in quel giorno aveva un’aura speciale.

Pensandoci ora è come se avesse voluto salutare tutti noi. Ha avuto sorrisi per tutti… la gioia era lui.

Ha incontrato la compagnia, ha fatto il suo lavoretto di consegna pizza.

Il programma della sera prevedeva un concerto a Bologna.

Prima di partire è passato da casa per cambiarsi le scarpe, rotte giocando a pallone…

È stata l’ultima volta che l’ho visto vivo.

Ha salutato tutti, compreso il fratello che dormiva già, chiedendomi perché Stefano non avesse risposto al suo saluto.

Anche una sua amica mi ha confermato che quella sera era sereno, che l’ha salutata sorridente con la solita pacca sulla spalla e l’appuntamento al giorno dopo…

Non è mai esistito il giorno dopo.

Al Link il concerto era stato annullato. Quindi la serata è trascorsa lì dentro.

L’hanno detto i compagni che erano con lui, non posso definirli amici, e le analisi lo hanno confermato. Uno dei ragazzi gli ha venduto una sostanza, una pasticca o simili.

Lo definiscono lo sballo del sabato sera. È sbagliato si. Ma non si muore di questo…

Federico lo sapeva bene. Era stato partecipe di un progetto scolastico di ricerca e informazione promosso dalla provincia. So che la sua era una conoscenza approfondita con ricerche sui siti delle asl, conosceva le sostanze e gli effetti. Ed era a suo modo un igienista. Aveva grande cura del suo corpo, di quel che mangiava. Era uno sportivo. Una ragazzo splendido pieno di salute.

E di progetti: pensava alla musica, al suo futuro, lo studio serviva a costruire il futuro.

Nell’immediato c’erano le cose semplici: la patente dopo pochi giorni, il karate, un band musicale da organizzare con gli amici, e la vita di tutti i giorni cercando di stare bene…

Trascorsa la serata il gruppo era rientrato a Ferrara, tornati al punto di incontro dove i più avevano lasciato le macchine o i motorini.

Federico era a piedi. Era partito da casa in macchina con Michy, che poi non era andato a Bologna.

Erano ormai le cinque del mattino. I ragazzi hanno raccontato che gli hanno offerto un passaggio ma Federico non aveva voglia di rientrare subito. Sarebbe tornato a piedi. Era vicino a casa…

Dal suo cellulare si vede che ha chiamato diversi altri amici. Specialmente i suoi migliori amici, un paio di volte ciascuno. Forse per chiedergli se erano ancora fuori… sembra che nessuno gli abbia risposto. I ragazzi che conosco mi hanno detto che avevano già spento il cellulare per dormire.

E poi non so cosa sia successo esattamente. A quell’ora mi sono svegliata, forse non del tutto, chiedendomi se Federico fosse rientrato. Avevo una stanchezza invincibile non riuscivo a muovermi. Poi ho sentito un rumore nella sua stanza ed ero sicura che fosse lì…

Mi sono risvegliata che erano quasi le otto.

Ho cominciato a chiamarlo e ad inviare messaggi. Nulla…

Non era possibile che non rispondesse. Se tardava mi avvisava sempre. Diceva che lo stressavo ma non voleva farmi stare in pensiero. Mi aggrappavo all’idea che avesse solo perso il cellulare…

Poi l’ha chiamato anche suo padre. Sul cellulare di Federico il padre è memorizzato col solo nome, Lino.

Una voce ha risposto.

Ha imperiosamente chiesto chi fosse al telefono, ed ha chiesto di descrivere Federico.

Poi si è qualificato come agente di polizia, ed alle nostre domande ha risposto che avevano trovato il cellulare su una panchina dalle parti dell’ippodromo e che stavano facendo accertamenti. Ed ha riattaccato.

Immediatamente ho cercato in Questura, e ho cercato anche ripetutamente un amico che ci lavora.

Nulla.

Il centralinista rispondeva: c’è il cambio di turno… non sono informato…, appena avremo notizie chiameremo noi…

Niente per altre tre ore!!!! Passate nell’angoscia e nelle telefonate frenetiche agli ospedali, ai suoi amici e di nuovo ripetutamente alla questura.

Nel frattempo Stefano è accorso in bicicletta alla ricerca del fratello. Ringrazio il cielo che non sia andato nel posto giusto.

La polizia è venuta ad avvisarci solo verso le 11. dopo che lo avevano portato via.

Il suo corpo è rimasto sulla strada dalle 6 alle 11.

E non mi hanno chiamata. Era mio figlio. Nessuno ha il diritto di tenere una mamma lontana da suo figlio!

E mi hanno detto che lo hanno fatto per me… perché era meglio che non vedessi.

In quel momento gli ho creduto.

La polizia ha detto che un’abitante della zona aveva chiamato perché sentiva delle urla.

Dicevano anche che si era ferito sbattendo da solo la testa contro i muri.

Questo si è rivelato falso. Smentito dalle verifiche. Federico era sfigurato dalle percosse.

Molto tempo dopo ho riavuto i suoi abiti. Portava maglietta, una felpa col cappuccio e il giubbotto jens. Sono completamente imbevuti di sangue.

Hanno detto che non voleva farsi prendere. Che ha lottato ed è salito anche in piedi sulla macchina della polizia. I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all’occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi. L’ho visto nella bara. Il suo corpo non sembrava più allineato e simmetrico. Il mio bambino era perfetto, e stupendo. L’hanno distrutto…

E la polizia mi raccontava che era drogato. Che si era fatto male da solo. Che tutto questo era successo perché era un povero tossico e noi sfortunati…

Lo vogliono uccidere due volte. Le analisi hanno confermato che quel che aveva preso era irrilevante. Non certo causa di morte né di comportamenti aggressivi. Semmai il contrario.

Quel che penso è che Federico fosse terrorizzato in quel momento. Gli stava crollando il mondo addosso. La vergogna di essere fermato dalla polizia, la patente allontanata perché aveva preso una pasticca. E aveva dimenticato la carta di identità.

Quella mattina nel vicinato dicevano che era morto un albanese. Nessuno si preoccupava più di tanto…

Ha certo cercato di scappare. Di non farsi prendere. Visto com’era ridotto si capisce come lo abbiano fermato. Quando lo hanno immobilizzato, ammanettato a pancia in giù non ha più avuto la forza di respirare.

Chissà quando se ne sono accorti?

L’ambulanza è stata chiamata quando ormai non c’era più niente da fare. E nemmeno allora lo hanno portato all’ospedale per provare un intervento estremo. Lo hanno lasciato lì sulla strada. Cinque ore. Poi lo hanno portato all’obitorio. E solo allora sono venuti ad avvisarci.

Perché?

Se fosse vero che dava in escandescenze da solo perché non è stata chiamata subito l’ambulanza?

Perché atterrarlo in modo tanto violento e cruento? Era solo. Non c’era nessuno. Era disarmato. Non era una minaccia per nessuno.

Perché aspettare tanto prima di avvisare la famiglia? Chiaro. Per non farcelo vedere…

Se lo avessimo visto così cosa sarebbe successo? Che risonanza avrebbe avuto?

Sul giornale del giorno dopo un articolo che dichiarava che era morto per un malore… tratto dal mattinale della questura.

Il giorno dopo sull’altra testata cittadina “Federico sfigurato”. Immediate controdeduzioni del Capo Procura: “non è morto per le percosse”… questa è stata la prima ammissione di quanto successo.

Ad oggi ancora non sono stati depositati ufficialmente gli esiti degli esami medici. Sono emersi solo alcuni dettagli che ho citato prima.

Quel che non mi da pace è il pensiero del terrore e del dolore che ha vissuto Federico nei suoi ultimi minuti di vita. Non ha mai fatto male a nessuno. Credeva nell’amicizia che dava a piene mani. Era un semplice ragazzo come tanti. Come tutti i ragazzi di quell’età si credeva grande ma dentro non lo era ancora. Aveva tutte le possibilità di una vita davanti, e una gran voglia di viverla…
Una storia che merita tutta l'attenzione possibile affichè esca la VERITA'

http://federicoaldrovandi.blog.kataweb. ... ldrovandi/

una madre disperata che cerca la verità... speriamo esca questa verità!!!

morto da solo con i segni delle manette o ucciso dalla polizia? :oops:

Inviato: 15 gen 2006 07:28
da fantomax
sono senza parole...
spero sia fatta giustizia!

R.I.P. Federico

Inviato: 15 gen 2006 09:52
da wasky
ero a conoscenza della storia, ma la lettera della mamma, mi ha strappato il cuore

ho provvedito a far girare il tuo post anche nella mia sezione Free , merita una attenzione particolare questa storia


roberto

Inviato: 15 gen 2006 10:40
da Dirk81
Ragazzi appena letto l'articolo. Dico solo due parole, dalle mie parti NESSUNA divisa è vista di buonocchio...vorrei dire e raccontare un paio di aneddoti ma sono certo che poi la discussione prenderebbe una brutta piega...Sono convinto però di una cosa, LE GUARDIE NUN PAGANO MAI :x :x Vi dice niente il G8....lasciamo perdere...
FEDERÌ R.I.P

Inviato: 15 gen 2006 10:43
da EvolutionCrazy
beh... il rispetto per le forze dell'ordine è doveroso...

anche se fosse successo quello che nessuno spera... non bisogna comunque generalizzare contro tutti :oops:

qui su kataweb un contenitore su tutto ciò che riguarda la vicenda:

http://www.kataweb.it/spec/home_special ... ds=1253530

perchè arrivi ad intervenire persino Amnesty International qualche dubbio dev'esserci :( :sad:

Inviato: 15 gen 2006 11:03
da Dirk81
Evo hai ragione al 100%, ma proprio LORO che rappresentano la giustizia dovrebbero essere i primi a non coprire questa vicenda. Nessun processo ridarà mai il figlio a questa madre...ma ci vuole Giustizia....ebbene se è successo quello che la mamma crede, bè la Giustizia dovrà punire senza pietà e senza sconti i fautori di questa mattanza. Da cittadino italiano ESIGO che vengano fatte indagini e venga fuori la Verità sulla morte del ragazzo! Ho solo Paura che , come spesso accade, venga messo Tutto a tacere...e questa non è Giustizia. E' a causa di questi avvenimenti che i cittadini perdono la fiducia verso le forze dell'ordine , il senzo di rispetto si trasforma rapidamente in disprezzo e l'idea di Giustizia
si tramuta in vendetta.

Inviato: 15 gen 2006 12:34
da daxady
brrrr.... che storia..

r.i.p federio....




















RIOT :wink:

Inviato: 15 gen 2006 13:38
da Elbarto
storia tristissima...non si può morire così...

Inviato: 17 feb 2006 19:54
da wasky
eccola la Verità Evol :sad: :( stò scrivendo quasi con una liberazione nel cuore questo post

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni ... asfis.html
repubblica ha scritto:Ferrara, i risultati degli accertamenti degli esperti di parte
"Decesso causato dall'immobilizzazione forzata"
Aldrovandi, la perizia della famiglia
"Federico morì per asfissia"
Lunedì sarà depositata la perizia medico-legale disposta dal pm
Il caso fu denunciato dalla madre su un blog

FERRARA - Ad uccidere Federico Aldrovandi non sono state l'eroina e la ketamina che aveva assunto, e nemmeno delle ipotetiche percosse. A provocare la morte del ragazzo di 18 anni, il 25 settembre scorso, davanti agli agenti del 113 di Ferrara intervenuti per calmarlo, è stata un'asfissia provocata dalla "compressione toracica" cui fu sottoposto dai poliziotti.

Un' "immobilizzazione forzata" che probabilmente durò per quindici minuti. Sono le conclusione a cui sono giunti i consulenti della famiglia del ragazzo, e che saranno depositate lunedì. In quello stesso giorno è previsto anche il deposito della perizia medico-legale disposta dal pm Mariaemanuela Guerra (che coordina le indagini sulla vicenda) sul corpo del ragazzo.

Secondo i legali della famiglia "l'assunzione di modesti quantitativi di sostanze stupefacenti (eroina e ketamina) da parte del giovane, alcune ore prima della morte, pare avere efficacia causale assai discutibile".

Dagli atti di polizia e procura emerge, per i consulenti, che "dopo l'arrivo della prima pattuglia del 113, vi fu una violenta colluttazione tra il ragazzo e gli agenti" a cui seguì "l'immobilizzazione forzata a terra, protrattasi per alcuni minuti, in posizione prona ed ammanettato con le mani dietro la schiena, mentre almeno un agente di polizia gravava su di lui, comprimendogli la cassa toracica".

Dal referto del 118, emergono i tempi dell'intervento del personale sanitario: "La chiamata dalla centrale operativa del 113 è delle 6.08, l'ambulanza della Croce rossa e l'auto medicalizzata partono alle ore 6.10, l'arrivo sul posto della prima risale alle 6.15 e della seconda alle 6.18". Inoltre, "Dagli atti della polizia emerge, per i legali, che la richiesta di inviare un'ambulanza è stata radiotrasmessa dalla volante 'alfa 3' alla centrale operativa del 113 alle 6.04, quando sul posto era già intervenuta la volante 'alfa 2'".

E' basandosi su questi dati Anselmo e Venturi spiegano che Aldrovandi è rimasto a terra in posizione prona, con braccia ammanettate dietro la schiena, almeno per undici minuti (dalle 6.04 alle 6.15) e che l'emergenza sanitaria ("intesa come presa di coscienza da parte degli agenti della necessità di soccorrere i giovane") deve essere precedente alla chiamata al 113. Il soccorso è stato "tardivo" per i legali, che invitano anche a valutare "il mancato utilizzo del defibrillatore portatile che si sarebbe trovato a bordo di una delle auto del 113"

Gli avvocati poi citano una teste che avrebbe riferito che Federico "rantolava e chiedeva aiuto" mentre un poliziotto tentava di ammanettarlo.

La famiglia del ragazzo ha sempre puntato il dito contro una supposta sottovalutazione dell'accaduto e una stasi nelle indagini "ripartite solo a gennaio quando la madre ha aperto un blog su internet" ha aggiunto l' avvocato. Blog tra i più visitati d'Italia e che contribuì a far sì che della vicenda si interessassero i media nazionali.

La segreteria provinciale del Siulp chiede chiarimenti rapidi, perché la pressione psicologica del "processo mediatico" inficia la serenità degli operatori.

(17 febbraio 2006)

Era Ora



roberto

Inviato: 17 feb 2006 20:24
da eXogroove
Purtroppo..finirà tutto..in una bolla di sapone..kome sempre.. :(

..e parlano..parlano..e riparlano..di libertà... :?